Un’occasione per parlare di Trieste e della sua storia di rinascita, di sogni inespressi e di quelli realizzati, delle proprie influenze, della sua grandezza e decadenza. Si è tenuta ieri mattina presso l’Accademia Nautica dell’Adriatico di Trieste la presentazione del libro “Nettuno e Mercurio. Il volto di Trieste nell’800 tra miti e simboli”, il nuovo scritto di Paolo Possamai edito da Marsilio Arte. Un’edizione illustrata a cura di Manuela Schirra e Fabrizio Giraldi, analizzata alla presenza di due classi di giovani allievi dell’Accademia, del direttore Bruno Zvech e dell’assessore regionale all’Istruzione Alessia Rosolen. “Con questo libro – spiega Paolo Possamai – ho voluto guardare al volto urbano della città: un volto coerente con il progetto di una città che ha attraversato una fase di sviluppo lunga un secolo. Al c’entro nella mia ricerca i simboli: la lettura degli elementi straordinari del progetto triestino”.
Trieste e le sue ‘resurrezioni’, figlia di una società cosmopolita internazionale, dove tutte le religioni convivono, città porto dell’impero austro ungarico, sospesa dallo spirito irredentista e nostalgico dell’impero austro-ungarico, Trieste vive della spinta ottocentesca di una nuova borghesia. “A Trieste – racconta l’assessore Rosolen – si voleva costruire qualcosa di libero, di nuovo e di molto americano: la visone di Maria Teresa d’Austria è stata spesso paragonata al sogno americano. E all’interno del libro troverete proprio questo: cosa è stata Trieste nell’800, cosa veniva costruito e i sogni e le prospettive di una città che si stava costruendo”.
A fare gli onori di casa il direttore Bruno Zvech, che rivolgendosi ai ragazzi ha spiegato come questi siano “gli eredi di una storia lunghissima, frutto di migrazioni e scambi culturali. Dai 4mila abitanti che Trieste ospitava nei primi anni del ‘700 ai 36mila abitanti del 1815: una crescita demografica di proporzioni impressionanti” aggiunge Zvech.