Riproponiamo l’intervista rilasciata dal direttore generale dell’Accademia Nautica dell’Adriatico alla testata online locale TRIESTE.news.
28.05.2020 – 10.20 – Nel cuore di Trieste vive e cresce un’innovativa struttura professionalizzante che apre le porte ad una nuova frontiera formativa.
Parliamo dell’Accademia Nautica dell’Adriatico, facente parte dei percorsi ITS, una valida alternativa all’Università per delineare e far nascere figure lavorative molto ricercate nel settore marittimo portuale.
La Fondazione agisce nell’area tecnologica della Mobilità Sostenibile e nella Produzione di mezzi di trasporto e relative infrastrutture.
Ne abbiamo parlato più approfonditamente con il Direttore generale dell’Accademia, Bruno Zvech.
L’Accademia fa parte di un circuito di formazione, quello degli ITS, ancora poco conosciuto in Italia, come pensa si possa far notare sempre più questo nuovo percorso di studi?
Per farci conoscere non basta declinare una volta sola il concetto, sperando la gente se ne ricordi.
Bisogna insistere molto, perchè è un fatto prima culturale che comunicativo.
In Francia percorsi come i nostri hanno 270mila studenti, in Germania 700mila, noi in Italia ne abbiamo appena 14mila.
Bisogna mostrare alle persone come gira il mondo del lavoro e quali professioni sono indispensabili al giorno d’oggi.
C’è un gran bisogno, e soprattutto grande richiesta, delle figure lavorative che formiamo, ma abbiamo difficoltà a far sedimentare questo dato.
Quali sono gli elementi che rendono la formazione dell’Accademia una vera e propria eccellenza?
Basta scorrere i dati per comprendere il livello di qualitativo di questa struttura.
Il nostro ranking di qualità è alto: siamo la tredicesima fondazione in Italia su 187 corsi, siamo la prima assoluta in Regione e siamo la seconda per altre attività extra regionali; vengono da noi ragazzi da tutta Italia e siamo sul podio per quanto riguarda l’occupazione: viaggiamo sul 96% di occupati entro 6 mesi dalla fine del corso.
Formiamo persone che intraprenderanno un lavoro non banale, ma di grandissima responsabilità.
Un esempio è sicuramente il nuovo corso per macchinisti, con il quale partiamo quest’anno: gli iscritti acquisiranno tutte le certificazioni dell’agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria.
Sono lavori in cui affidi la vita delle persone, o il valore delle merci, in mano ad un lavoratore che deve essere qualificato ai massimi livelli.
Un altro elemento fondamentale è la collaborazione con le realtà lavorative: con Fincantieri ad esempio, insieme anche ad altre aziende, gestiamo i corsi di progettisti e manutentori navali, oltre al corso per tecnici della logistica, fornendo un pacchetto di competenze estese e caratterizzanti.
Un punto a favore è sicuramente il fatto che il 60 percento dei nostri docenti provenga direttamente dal mondo del lavoro, dunque abbiamo professori che non spiegano quello che si faceva ieri, ma quello che si sta facendo oggi e si farà domani.
Avete in mente di far nascere nuovi corsi?
A differenza di altri percorsi, noi siamo nati nell’area della mobilità sostenibile e in quella fascia stiamo potenziando i corsi di formazione professionale permanente e continua, anche per coloro che già lavorano nelle aziende, quindi con un aggiornamento continuo.
Questo sarà un assetto fondamentale nel nostro futuro.
Il coronavirus ha portato molte realtà, ed istituzioni, a riflettere sull’importanza dello sviluppo tecnologico, tra Smart working e didattica a distanza.
Come sta andando con la Fad e ci sarà necessità di proseguire?
Per ora abbiamo 4 persone in Smart Working, che gestiscono la FAD (Formazione a distanza), abbiamo inoltre dei tecnici informatici molto preparati.
Pur partendo in condizioni non ottimali siamo riusciti a svolgere quasi la totalità dei programmi e siccome non sappiamo cosa succederà nei prossimi mesi, abbiamo fatto un piano di investimenti molto rilevante, per potenziare rete, software e hardware, in modo da fornire gli strumenti necessari ai ragazzi, per non caricarli di ulteriori spese; perchè a quel punto la selezione diventerebbe reddituale e non meritocratica, e non è ciò che desideriamo, quindi investiamo in questa direzione.
Dopo questa esperienza come vi muoverete sull’argomento digitale?
Anche quando il Covid-19 non sarà più una minaccia, abbiamo valutato che una parte della didattica, ovviamente non tutta, potrebbe aggirarsi attorno al 15%, si potrà fare in FAD.
Esiste un profilo di studente tipo per questo tipo di struttura?
La componente fondamentale è la motivazione degli studenti.
Nei test d’ammissione il 35% è la prova scritta, il 10% sono i Titoli, ma il 55% è il colloquio.
L’attenzione che noi mettiamo nella motivazione e determinazione del candidato fa si che la nostra struttura abbia il più basso tasso di abbandono d‘Italia.
Quali sono le percentuali di impegno e di studio?
L’accademia tiene i corsi dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13, e dalle 14 alle 17, sabato e domenica liberi, per studiare in tranquillità.
[Bruno Zvech è il Direttore generale dell’Accademia Nautica dell’Adriatico.
La sua carriera negli anni si dirama tra la sua grande passione per l’insegnamento, mestiere di cui si definisce innamorato, il lavoro in sindacato, a livello provinciale regionale e nazionale e i 15 anni di incarico in Consiglio Regionale.
In seguito, dopo aver ripreso nuovamente in mano l’insegnamento, dirigendo il Nautico, è iniziato il suo percorso con Accademia]